martedì 15 giugno 2010

Le compagnie aeree riprendono i soldi persi a causa del vulcano islandese dai consumatori.


Per coprire le ingenti perdite causate dalla fuoriuscita di cenere dal vulcano islandese le più grandi compagnie europee (Lufthansa, British Airways, Air France) hanno deciso di bloccare per i voli a lunga gittata (intercontinentali) le fasce di prezzo più basse, che se prenotate in tempo consentivano di risparmiare molti soldi ai passeggeri.


Un esempio di quanto il prezzo sia cambiato puo' essere individuato in un volo per l'Argentina prenotandolo oggi 15 Giugno 2010 e fissandolo ad esempio per il 23 Dicembre 2010 ritornando il 15 Gennaio. la somma richiesta per queste date varia ma resta il fatto che le tre fasce che consentivano un pagamento inferiore se prenotate in tempo

ad esempio Q V W per la Lufthansa risultano BLOCCATE. Un viaggio in queste date sempre per Buenos Aires se prenotato in una di queste tre fasce: Q V W consentiva al passeggero di pagare 1200 euro a testa in economy.

Oggi la fascia attiva è solo quella più alta e il costo dello stesso biglietto è di 1630euro.




Adesso parliamo delle altre compagnie che fanno lo stesso tragitto: Sappiamo che non tutte offrono lo stesso servizio, alcune offrono un servizio migliore di altre, ed ecco quindi che i voli di Iberia e di Aereolineas Argentinas costano 1200 euro (esattamente come lufthansa nelle 3 fasce basse)

I voli di Airfrance vengono intorno ai 1500 euro

I voli di British Airways intorno ai 1600 euro

E Alitalia viene 1500 euro.


In conclusione le fasce più economiche per questi voli sono state bloccate e il cliente paga dai 400 ai 500 euro in più (dipende dalle stagioni ovviamente).


L'ipotesi più sensata è che a causa delle perdite subite le compagnie cerchino di riassestare il bilancio e a causa di un imprevisto naturale a rimetterci siamo noi consumatori.


C'è anche da dire pero' che non possiamo scaricare la colpa sulle compagnie che devono pagare i dipendenti e che hanno selezionato nella loro offerta i clienti più propensi a pagare di più per il loro servizio, limitando cosi' il danno sociale.


Alla fine la colpa di prezzi cosi' maggiorati non è di nessuno, come non lo è il fatto che un vulcano abbia provocato tale caos, ma qualcuno, "noi", deve pagare per le perdite delle aziende che in momenti di crisi rischiano di provocare un enorme danno sociale.



"L'ordine stenta sempre a trovare soluzione al disordine".